FRANCESCO I DE’ MEDICI, TRA GIOVANNA D’AUSTRIA E BIANCA CAPPELLO. A POGGIO A CAIANO L’ASSEDIO ALLA VILLA RIEVOCA IL REGALE MATRIMONIO DEL GRANDUCA NEL 1565
Era il 1565 quando l’arciduchessa Giovanna d’Austria, figlia dell’Imperatore Ferdinando I d’Asburgo e promessa sposa del primogenito di Cosimo I, arrivò alla Villa Medicea di Poggio a Caiano per convolare a nozze: qui ricevette l’omaggio della nobiltà riunita prima del matrimonio con una grande festa e fu fatto sgorgare dalla fontana ‘del Mascherone’, del vino per allietare anche il popolo. A Poggio a Caiano questa celebrazione storica rivive ogni anno, con l’Assedio alla Villa, rievocazione storica del suddetto avvenimento. L’edizione 2017 si svolge dal 15 al 17 settembre e tra i momenti salienti presenta l’arrivo della carrozza granducale, il corteggio storico, lo spettacolo di musici, sbandieratori e il mercato rinascimentale con dimostrazioni di falconeria. Ma prima di attraversare la festa che culminerà con l’apertura (e l’uscita del vino) dalla Fontana del Mascherone, facciamoci un giro della maestosa villa, costruita sulle basi di un castello preesistente e che nel 1479 apparteneva a Palla di Noferi Strozzi, poi passata a Lorenzo il Magnifico che la battezzò Villa Ambra, come un poemetto che egli aveva composto. Egli istruì Giuliano da Sangallo di modificare l’edificio preesistente in una villa di campagna e l’idea dell’architetto su come realizzarla fu totalmente innovativa: la villa fu concepita aperta su grandi loggiati e terrazzi, proprio per entrare in comunicazione con il paesaggio circostante, creando il modello ideale di residenza di campagna per i secoli successivi. Gli interni con il tempo hanno subito modifiche e l’attuale arredamento riporta elementi quasi totalmente attribuibili al periodo di Vittorio Emanuele II, Re d’Italia.
Al piano terra, entrando si trovano i primi arredi risalenti al periodo sabaudo, sia nel teatro che fu pensato per Marguerite d’Orleans – cugina di Luigi XIV re di Francia e scomoda moglie di Cosimo III – e poi riadattato al gusto del re, sia la sala biliardo da cui si arriva poi all’anticamera delle sale di Bianca Cappello (seconda moglie di Francesco I) che qui morì ad un giorno di distanza dal marito Francesco I nel 1579, probabilmente per avvelenamento, secondo quello che racconta la leggenda. Nella prima stanza troviamo una bellissima Deposizione di Giorgio Vasari che inizialmente era esposta nella cappella di famiglia e due quadri a soggetto biblico attribuiti a Veronese, mentre nella seconda stanza si può ammirare un camino realizzato dall’Ammannati.
Salendo al primo piano si trova il fulcro della struttura, la famosa sala di Leone X voltata a botte e ricca di stucchi, affrescata con un ciclo pittorico che attraverso episodi dell’antichità romana, vuole celebrare le vite di Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico. Tali affreschi furono realizzati in due fasi: nel 1520 da Pontormo, Andrea del Sarto e Franciabigio e fra il 1578 e il 1582 da Alessandro Allori. Sempre al primo piano si trova il salone grande in stile sabaudo che affaccia sulla terrazza ricco di affreschi ottocenteschi del Catani che rendono omaggio a Lorenzo il Magnifico e Poliziano.
Il secondo piano è occupato dalle sedici sale che danno vita al Museo dedicato alle Nature Morte, tutte provenienti dalle collezioni medicee: esso fu inaugurato nel 2007, ed è un museo unico nel suo genere in Italia, infatti qui si trovano circa 200 dipinti esposti in ordine cronologico che vanno dalla fine del Cinquecento alla prima metà del Settecento. Nel museo vengono rappresentate le scuole più significative che affrontano il soggetto della natura morta, quella romana, quella genovese e quella napoletana. Fra tutti spiccano i dipinti di Bartolomeo Bimbi, sia per qualità che per soggetto: egli si dedica alla catalogazione di esemplari botanici e zoologici rari e bizzarri.
Ma l’itinerario dedicato a Francesco I De’ Medici e alle sue donne non si esaurisce con la villa. Per trovare altre tracce della storia che lega il Granduca a Giovanna d’Austria prima e a Bianca Cappello poi, occorre spostarsi nella vicina Firenze. In particolare a Palazzo Vecchio, con il cortile di Michelozzo già preesistente e decorato, fu appositamente riaffrescato per Giovanna d’Austria proprio in occasione del matrimonio con vedute di città appartenenti all’Impero austriaco che possiamo ammirare ancora oggi. Sempre in occasione delle regali nozze, fu costruito il Corridoio Vasariano, suggestivo passaggio sopraelevato sul Ponte Vecchio che oggi ospita numerose botteghe orafe, ma che in principio ospitava in realtà banchi di fruttivendoli e beccai (macellai) e per l’occasione ebbe questo “cambio di destinazione d’uso”. Le vecchie botteghe furono trasferite al Mercato Vecchio – oggi Piazza della Repubblica – e il ponte abbellito con botteghe orafe di prestigio che avrebbero permesso a Francesco I e al padre di dare una immagine sfavillante agli occhi dei regnanti di tutta Europa. Prima di spostarci per aggiungere un ulteriore tassello al nostro percorso dedicato alle donne di Francesco I, una curiosità: a Palazzo Vecchio, oltre ai già citati abbellimenti predisposti in occasione dello sfarzoso matrimonio, si trova anche lo studiolo di Bianca Cappello, rivale storica di Giovanna d’Austria, la cui finestra si affaccia sul Salone dei Cinquecento.
Da qui ripartiamo e arriviamo a Palazzo Pitti, dove al tempo erano in corso i lavori di modifica per fare diventare il nuovo palazzo ducale una reggia – per una imperdibile visita al Giardino di Boboli – per poi proseguire verso Via Maggio, attualmente una delle vie degli antiquari, dove si trova la casa in cui abitava Bianca Cappello prima di sposare Francesco I, costruita da Bernardo Buontalenti e affrescata dal Poccianti con delle splendide grottesche. Proseguendo dritto lungo la strada, troviamo una fontana con un mascherone, riconducibile a Bernardo Buontalenti, che ci riporta idealmente allo stesso soggetto della villa di Poggio a Caiano e alla festa che si svolge proprio attorno ad una fontana del Mascherone, dalla quale sgorga – oggi come allora – vino per tutta la popolazione accorsa a festeggiare i regali sposi.
Come ogni itinerario, anche in questo caso abbiamo cercato – e trovato – un legame con il cibo: in particolare, a legare la “festa del vino” con la cucina della tradizione toscana, non poteva essere che il “Pan coll’uva”: noi abbiamo scelto di segnalarvi la ricetta di Sara Sguerri, foodblogger di Pixelicious, cresciuta – e la scelta non è stata affatto casuale – proprio a Poggio a Caiano. Proverete a rifarla?
170914_ASSEDIO ALLA VILLA AMBRA POGGIO A CAIANO
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