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TASTE(D) FOR YOU… DAD!

TASTE(D) FOR YOU… DAD!

 

Un silenzio lungo un anno, assorbita da altri pensieri che hanno preso il sopravvento sulla mia voglia di tornare a condividere itinerari ed esperienze. Un silenzio che ho scelto di interrompere portandovi con me a TASTE 2025, alla Fortezza da Basso di Firenze.

Quest’anno la mia visita ha un sapore diverso, e lo testimonia anche il titolo che ho scelto per raccontarvi questa esperienza: “Taste(d) for you… dad!”. Degustato per te, babbo.

In questi mesi ho infatti perso un punto di riferimento della mia vita e immaginando che lui sia ad aspettarmi a casa per farsi raccontare cosa ho visto ed assaggiato a Taste, ho scelto un fil rouge degli assaggi dedicato a lui e a quello che sono certa avrebbe incontrato i suoi gusti.

Iniziamo con un bell’antipasto toscano? E allora andiamo subito dalle sorelle Celeste e Sue Ellen Mannori, dove trovo oltre ad una gustosissima mortadella di Prato anche una mini porchetta arrosto da leccarsi i baffi. Ti ricordi, che quando c’era qualcosa da festeggiare mettevamo in tavola un bel trancio di porchetta e, manco a dirlo, non ne rimaneva niente? Ecco, quella porchetta, che mi si è sciolta letteralmente in bocca, ti sarebbe piaciuta veramente. Mi sono sacrificata e ho fatto il bis giustificandomi che la seconda fetta era per te.

Ma siccome so che anche il salame ti piaceva da matti, ho fatto una sosta anche da Falorni, che mi ha proposto, oltre al classico, anche due versioni che non conoscevo, del loro salame: quello con toro ovvero con aggiunta di carne magra di vitellone e il Nobile, fatto con le parti più nobili del maiale e leggermente più speziato. Penso che ti sarebbe piaciuto, così come anche la loro Finocchiona IGP che si è confermata Eccellenza Italiana con cinque spilli nella Guida Salumi d’Italia.

Per caso mi sono trovata davanti allo stand del Prosciuttificio Ravanetti di Langhirano, e ammetto di aver fatto benissimo ad assaggiare il loro prosciutto di Parma, perché oltre a sciogliersi in bocca, mi ha lasciato al palato quella piacevole sensazione che ti fa dire “ne voglio ancora”. Forse avrei dovuto prenderne una seconda fetta adducendo alla scusa che era per te… ho perso l’occasione, perbacco!

A fine pasto, non ti facevi mai mancare un bel pezzo di formaggio. Meglio se stagionato, meglio ancora se si trattava di un saporito pecorino. Indecisa tra due, ho optato per assaggiarli entrambi e sono sicura che in ogni caso avrei scelto bene. Che ne dici di un pluripremiato Pecorino Toscano DOP di Busti – Formaggi di Famiglia? Io per esempio ho provato lo speciale Scudo di Fauglia, compatto e di consistenza granulosa che ben si presta a farsi mangiare a scaglie e che prende il nome dalla zona in cui è ubicato il Caseificio, ovvero il comune di Fauglia.

Oppure un Gran Mugello de Il Palagiaccio, stagionato fino a mille giorni nelle Grotte Ubaldine sotto la torre merlata del Castello medievale?

Anche se, ammetto, lo stracchino Qualità Oro di Castellan ti sarebbe piaciuto molto, ne sono convinta. Sia nella versione classica che senza lattosio.

Io come ben sai pasteggio ad acqua, ma per te ho scelto qualcosa che sono certa ti piacerà: una Birra Viola, se non altro per assonanza con una delle tue più grandi passioni: la Fiorentina. E non solo: lo sai che ho scoperto che a Cattolica “va come una viola” significa che va tutto bene? Ho scelto di andare a Cattolica perché anche quello è un luogo del cuore; quando ero piccola e andavamo in vacanza lì, davvero tutto “andava come una viola”. Nelle versioni bionda, rossa e bionda rifermentata in bottiglia avresti avuto solo l’imbarazzo della scelta.

 

E mentre ci avviamo al dolce, non può mancare un bel pezzo di cioccolato. Per me fondente, per te al latte o meglio ancora alle nocciole. Ecco allora che non posso non portarti con me da La Molina, per gustare ad esempio il “C’era una volta”, un tenero lingotto di gianduia al latte ripieno di croccanti nocciole IGP Piemonte intere. Per me invece un Ottavio, grazie: l’irresistibile fetta della torta millestrati che è un alternarsi di strati di gianduia al latte e caffè, bianca e fondente.

Per la prossima Pasqua, se fossi stato qui, non avrei avuto dubbi sullo scegliere una sofficissima colomba di Renato Bosco: una nuvola, un impasto di una leggerezza inimmaginabile. Proposto anche in una versione “per tutto l’anno”, dalla forma neutra che ne sdogana la stagionalità oltre le feste.

Non posso che concludere, non me ne vogliano gli altri, con la confezione blu del Biscottificio Antonio Mattei, per i pratesi Mattonella, che nelle occasioni speciali non mancava mai sulla nostra tavola. Compleanni, anniversari, Natale: quei biscottini con le mandorle hanno sancito i più bei momenti passati insieme. Anche l’ultima volta, quando abbiamo festeggiato le nozze d’oro di te e la mamma. Ogni volta che ne mangerò uno, idealmente immaginerò di farlo insieme a te, perché anche se è vero che Mattonella spedisce i suoi biscotti ovunque, non credo che riuscirebbe a farti arrivare, dove sei adesso, una cappelliera con biscotti, filone candito, mantovana ed una bottiglia di vin santo.

Ti voglio bene babbo, spero che il mio itinerario ti sia piaciuto. Mi accompagnerai anche il prossimo anno?

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